martedì, gennaio 22, 2008

Fiduciarie

Ho trovato un interessante articolo su la stampa che illustra come le nuove norme antriciclaggio cambieranno il modo di lavorare delle fiduciarie.
Una fiduciaria è una società che gestisce beni per conto di terzi. Fino all'entrata in vigore del legislativo 231/2007, potevano avvalersi del segreto bancario per celare i titolari delle ricchezze amministrate, ad eccezion fatta degli accertamenti fiscali e di legge.
Ora esistono altri enti ai quali non potranno opporre il segreto sui titolari dei beni gestiti.

Da la stampa.it:

19/12/2007 (8:4)
Meno segreti per le fiduciarie

"Con le nuove regole i nostri
clienti manderanno i soldi all'estero"
FRANCESCO SPINI
MILANO
Tremano le fiduciarie. Ma soprattutto tremano i loro clienti. Succede che dal 29 dicembre entrerà in vigore il decreto legislativo 231 del 2007 in materia di antiriciclaggio. Ecco, da quel momento le società a cui i Paperoni d’Italia si rivolgono per rendere anonime le proprie ricchezze amministrate potranno dispensare un po’ meno riservatezza. Con il decreto infatti le fiduciarie non potranno più opporre alle banche, alle Sim e alle Sgr il segreto dietro alle cifre con cui fino ad oggi sono stati schermati i reali beneficiari dei conti, ma a ogni codice dovranno corrispondere un nome e un cognome. La cosa dovrebbe riguardare solo gli uffici che si occupano dell’antiriciclaggio.

«Appunto, dovrebbe», sottolinea Victor Uckmar, presidente di Assofiduciaria, l’associazione che in questi giorni sta dando battaglia («sì, siamo molto arrabbiati», ammette Uckmar) per rivedere la normativa almeno in sede di decreti attuativi. «Il punto - continua il tributarista genovese - è che con questa normativa la riservatezza tipica della nostra attività viene a cadere». Da che sono state istituite, nel 1939, le fiduciarie trattano le loro informazioni su due livelli. Alle pubbliche autorità - anche al Fisco, quando procede nelle sue ispezioni - non possono nascondere alcunché. Se Mario Rossi delega la Fiduciaria Bianchi a gestire per conto proprio 60 milioni di euro, a loro lo deve dire. Ma a livello civilistico, come spiegano gli addetti ai lavori, hanno facoltà totale di riservatezza.

Tanto per intendersi: la Banca Verdi, sempre sul filo dell’esempio precedente, non poteva sapere che sul conto 1234 acceso dalla Fiduciaria Bianchi ci sono i 60 milioni di euro del signor Rossi. Presto, invece, molti segreti custoditi in queste cassaforti che fanno della discrezione il loro punto di forza, potrebbero almeno in parte cadere. «Il punto è che se in banca non si erigono delle muraglie cinesi tra chi gestisce l’antiriciclaggio e il settore commerciale, l’istituto potrebbe sfruttare informazioni che prima restavano riservate», commenta l’amministratore delegato di una fiduciaria italiana che preferisce non comparire. Questo significherebbe complicare un po’ i rapporti tra quei clienti - che spesso sono imprenditori, grandi professionisti, finanzieri - e gli intermediari del credito. Le prime reazioni non sono mancate.

«Alcuni clienti ci hanno già telefonato: “E’ vero che c’è un nuovo regolamento?”». Sì, il regolamento c’è e applica una direttiva europea sulle norme antiriciclaggio, è la risposta. Segue panico? «Non ancora, ma è facile immaginare quale sarà la conseguenza di questo decreto legislativo, se la normativa di attuazione non conterrà sufficienti garanzie: le fiduciarie, per non perdere i propri clienti dirotteranno i capitali all’estero, dove non sono tenute alla comunicazione. Fiscalmente non ci sono problemi, in quanto le fiduciarie operano in qualità di sostituto d’imposta, quindi...». Quindi il denaro è pronto a volare fuoriconfine. «O peggio - aggiunge Uckmar -, i clienti si rivolgeranno alle fiduciarie straniere su cui gravano meno controlli e operano in maggiore libertà».

In Svizzera, in Lussemburgo, nei paradisi fiscali. «Sia chiaro: ci siamo sempre battuti per accettare ogni controllo che il legislatore ritiene opportuno. Ma così ci hanno declassati». Anche ieri però fonti ministeriali, impegnate in un giro di convegni per spiegare la nuova normativa, tendevano a minimizzare l’impatto, spiegando come le procedure saranno descritte nei decreti attuativi. Nel frattempo si tenta la mediazione. E’ già stato proposto un tavolo a cui siederanno Bankitalia, Abi e a cui sarà probabilmente invitata anche Assofiduciaria. Parallelamente l’Abi preme alla creazione di un altro tavolo a livello europeo per omogeneizzare il più possibile la normativa antiriciclaggio tra i Paesi membri, per non creare disparità di trattamento che potrebbero penalizzare proprio le banche. In gioco ci sono quei 60 miliardi coperti dalla riservatezza delle fiduciarie, pronti a prendere la dorata via dell’estero.

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